Era il 1960 e a Roma si svolgevano le Olimpiadi; animato dallo stesso spirito con cui gli atleti affrontavano i giochi, il Camilliano Padre Ercole Meschini, decide di fondare un'associazione cattolica chiamata "La Fiaccola della Carità". Il nome e il simbolo vennero ispirati dalla fiamma olimpica.
Come per la fiamma olimpica, che viene accesa ad Olimpia in Grecia e viene portata con solenne ufficialità al luogo destinato ai giochi, parallelamente la fiaccola della carità venne accesa nella cella dove morì San Camillo a Roma, dopo essere stata benedetta da San Giovanni XXIII con solenne ufficialità fù trasferita nella patria di San Camillo, Bucchiano di Chieti, dove nella cripta del santuario perennemente arde presso l'urna del Santo.
Per onorare il ricordo del Santo e per non
dimenticare che la fiamma del Suo insegnamento nell'aiuto dei sofferenti non si è spenta, il 14 luglio di ogni anno, nella ricorrenza della sua morte si tiene una solenne cerimonia. Per far rispettare questa ricorrenza venne istituito il Comitato Permanente "Fiaccola della Carità".
L'associazione, nel 1970, al ricorrere del primo centenario dell'unità d'Italia e di Roma capitale, intraprese un rapporto con il ministero della difesa, atto ad ottenere la programmazione di una manifestazione religioso-militare in onore di san Camillo e dei suoi religiosi per l'aiuto che hanno dato durante le varie guerre ( d'indipendenza e le successive del XX secolo ) ai soldati italiani. Durante le manifestazioni San Camillo venne
salutato come "Antesignano dell'organizzazione assistenziale sanitaria sui campi di battaglia" e "Precursore della
Croce Rossa". A seguito di ciò la fiaccola della carità, ottenne in data 27 marzo 1974 il rescritto pontificio che dichiarava San Camillo Patrono dei Servizi Sanitari Italiani.